Onorevoli Colleghi! - La salvaguardia della città di Venezia e della sua laguna è oggetto di un corpo di norme speciali che si sono succedute fin dal 1963 (legge 5 marzo 1963, n. 366).
      A causa delle mutate condizioni ambientali derivanti soprattutto dallo sviluppo dell'area industriale di Porto Marghera, gli originari disposti normativi, rivolti principalmente alla salvaguardia fisica e idraulica, sono stati integrati da provvedimenti normativi per la salvaguardia ambientale e, in particolare, per la tutela della città di Venezia e della sua laguna dagli inquinamenti delle acque (legge 16 aprile 1973, n. 171; decreto del Presidente della Repubblica 20 settembre 1973, n. 962, decreto del Presidente della Repubblica 20 settembre 1973, n. 1186; legge regionale del Veneto 24 agosto 1979, n. 64; legge 29 novembre 1984, n. 798; legge 31 maggio 1995, n. 206; decreto del Ministro dell'ambiente 23 aprile 1998, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 140 del 18 luglio 1998; decreto del Ministro dell'ambiente 9 febbraio 1999, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 35 del 12 febbraio 1999; decreto del Ministro dell'ambiente 26 maggio 1999 e decreto del Ministro dell'ambiente 30 luglio 1999 pubblicati nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 194 del 19 agosto 1999, legge 28 luglio 2004, n. 192, di conversione del decreto legge 4 giugno 2004, n. 144).
      Al centro di tali provvedimenti è sempre stato posto il Magistrato alle acque, cui compete la tutela dell'intero sistema ambientale lagunare, sia attraverso il controllo degli scarichi dei reflui liquidi e il monitoraggio delle acque e dei sedimenti lagunari, sia mediante il rilascio delle autorizzazioni allo scarico, funzioni che

 

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nel restante territorio nazionale la normativa ordinaria demanda agli enti locali.
      Tali competenze, riaffermate in capo al Magistrato alle acque anche dai commi 3-bis e 3-quater dell'articolo 1 del decreto-legge 4 giugno 2004, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 luglio 2004, n. 192, vengono svolte dalla sezione a competenza statale composta da personale specializzato in materia di inquinamento, istituita dal decreto del Presidente della Repubblica 20 settembre 1973, n. 1186. L'attività della sezione, denominata sezione antinquinamento o SAMA, si è progressivamente sviluppata con la realizzazione di due moderni e tecnologicamente avanzati laboratori di analisi ambientali - di cui uno specializzato nell'analisi dei microinquinanti organici (diossine, policlorobifenili eccetera) - di una rete automatica di monitoraggio delle acque della laguna e delle deposizioni atmosferiche che, per numero delle stazioni e numero dei parametri misurati, risulta la più grande e completa rete di monitoraggio al mondo, di una innovativa rete di telecontrollo degli impianti di depurazione e di una banca-dati ambientali, alimentata dai dati prodotti dalle strutture operative della sezione. Attualmente, presso la SAMA operano ventisette addetti, distribuiti nei diversi settori di attività, in parte dipendenti del Magistrato alle acque e in parte composti da personale a contratto messo a disposizione dal servizio informativo del Magistrato alle acque tramite opportune perizie di esercizio nell'ambito delle convenzioni con il concessionario unico Consorzio Venezia Nuova.
      I risultati dell'attività della SAMA sono divulgati mediante la pubblicazione di periodici rapporti ambientali e rappresentano ormai un riferimento non solo per le altre amministrazioni coinvolte nel processo di risanamento ambientale della laguna, ma anche per la comunità scientifica nazionale e internazionale, che utilizza i dati ambientali prodotti dalla SAMA per studi e ricerche inerenti ai fenomeni chimico-fisici e biologici lagunari, nonché per le aziende operanti nel territorio veneziano che usufruiscono di tali informazioni per la verifica della compatibilità ambientale dei propri insediamenti. Va inoltre sottolineato il ruolo svolto dalla SAMA in numerose indagini svolte per conto dell'autorità giudiziaria per l'accertamento di reati inerenti le problematiche ambientali.
      Per soddisfare le crescenti richieste di collaborazione da parte di organismi esterni al Magistrato alle acque si prevede che la SAMA, oltre ad esercitare le competenze assegnate al Magistrato alle acque in materia di tutela della città di Venezia e della sua laguna dall'inquinamento, possa svolgere funzioni di ricerca, di sperimentazione, di controllo, di formazione e di informazione, nonché attività di servizio per quanto concerne, in generale, le tematiche ambientali connesse con l'inquinamento di tipo chimico e chimico-fisico. A tal fine, la SAMA potrà stipulare convenzioni, contratti, accordi di collaborazione, partecipare a raggruppamenti temporanei con imprese, amministrazioni, enti, istituti, associazioni ed altre persone giuridiche pubbliche o private, nazionali, estere o internazionali, anche ricevendone contributi. La gestione di tali fondi e contributi avverrà mediante l'istituzione di un apposito capitolo di contabilità speciale intestato alla sezione, in cui confluiranno anche gli importi versati dai titolari degli scarichi nella laguna di Venezia per la corresponsione delle spese sostenute dalla SAMA per le attività di istruttoria per il rilascio delle autorizzazioni e per l'attività periodica di controllo delle caratteristiche qualitative degli scarichi.
      È pertanto opportuno che la SAMA assuma, nell'ambito dell'organizzazione del Magistrato alle acque, un ruolo di rilevanza esterna e disponga di una propria autonomia funzionale e gestionale. Si prevede quindi la creazione di una nuova posizione dirigenziale di direttore della sezione. Considerato che le problematiche trattate nell'ambito di attività della sezione riguardano l'inquinamento delle acque, sia dal punto di vista delle analisi di laboratorio e delle misure di campo che dal punto di vista della valutazione dei processi produttivi e dei sistemi di trattamento dei reflui e degli
 

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effetti dell'inquinamento sull'ecosistema, si richiede, per la nuova figura dirigenziale di direttore della sezione, il possesso di laurea in chimica o equipollente e una comprovata esperienza specifica nella gestione di laboratori di analisi ambientali e nella trattazione di problematiche legate all'inquinamento delle acque, preferibilmente maturata nell'ambito della stessa Amministrazione delle infrastrutture.
      Si prevede inoltre che, anche in deroga alle vigenti disposizioni in materia di blocco delle assunzioni, possano essere banditi i concorsi per la copertura delle residue posizioni professionali vacanti previste dal citato decreto dei Presidente della Repubblica n. 1186 del 1973 di interesse della sezione. Tali posizioni sono relative a due dei quattro posti di perito chimico previsti dal decreto del Presidente della Repubblica n. 1186 del 1973, che risultano attualmente scoperti.
      Gli oneri di gestione per assicurare il funzionamento e lo svolgimento delle attività istituzionali della sezione, quali il rilascio delle autorizzazioni allo scarico, l'accertamento delle caratteristiche qualitative e quantitative dei reflui scaricati, il controllo degli impianti di depurazione, il monitoraggio delle acque e dei sedimenti lagunari, sia in termini di mezzi che di personale, continueranno ad essere assicurati dal servizio informativo del Magistrato alle acque, tramite opportune perizie di esercizio finanziate nell'ambito delle convenzioni stipulate con il concessionario unico di cui alla legge n. 798 del 1984, e successive modificazioni.
 

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